Cantico dei Cantici: contenuto erotico?
Cantico dei Cantici. "La Parola di Dio non potrebbe trattare questo tipo di contenuto erotico o osceno"
La Parola di Dio è una guida in ogni aspetto della vita. Il Cantico dei Cantici è un poema d'amore tra un marito ed una moglie e quindi, sebbene il contenuto possa essere pittoresco, è comunque appropriato nel contesto del matrimonio. L'uso dei termini "diletto" e "amato" per riferirsi ai personaggi maschile e femminile del libro indica la loro relazione matrimoniale. Il personaggio maschile non si rivolge a sua moglie chiamandola "moglie", ma utilizza l'appellativo affettuoso "diletta". Le due persone nel Cantico sono sposate, molto innamorate l'una dell'altra e stanno quindi esprimendo la loro gioia e la loro passione l'una per l'altra. Sicuramente questo non può essere osceno. Al contrario, sembra che anche Maometto (psdl) abbia insegnato che il matrimonio e i rapporti coniugali sono una benedizione e una buona cosa; le sue parole (hadith) contengono tanti dettagli, anche molto espliciti, sulla vita matrimoniale.
Nei tempi moderni, sia in Occidente che in Oriente, sembra a volte che la società dica che tutto il sesso è permesso ed eccitante, TRANNE quello tra due persone sposate! Quindi, qualcosa come il Cantico di Salomone, in cui due sposati chiaramente si amano e si desiderano l'un l'altra, è un utile monito davanti a queste pericolose idee. Forse il Cantico ci è stato dato per ricordarci le benedizioni del matrimonio e ricordarci di conservare la gioia e la passione ALL'INTERNO del matrimonio (come chiaramente insegna la Scrittura), e non di cercarle altrove.
Alcuni leggono il libro come un poema allegorico. Nei secoli, sia ebrei che cristiani in egual misura hanno dato diverse interpretazioni a questo libro per provare a capire il significato più profondo della poesia in esso contenuta. È stato suggerito che il Cantico dei Cantici fosse un ritratto dell'amore di Dio per il suo popolo, che altrove nella Bibbia è descritto come la sua "sposa". Gli islamici sufiti hanno una tradizione molto simile di poemi d'amore allegorici in cui si compara l'amore di Dio a quello umano, così come fa il poeta Rabae’ Al-Adaweiah.
Così come il Cantico dei Cantici, anche il Qur’ān è stato rimproverato dai critici per i suoi riferimenti erotici espliciti ai piaceri sessuali extraconiugali nel paradiso. Si può trovare nel Qur’ān l'erotica descrizione delle angeliche huriyah dagli occhi lascivi e dai seni prosperosi (Al-Naba’ 78:31-33; Al-Rahman 55:70-77). Leggiamo che queste vergini perpetue hanno seni rotondi (che non si afflosciano),[1] il nome del loro marito scritto su un seno, dimorano in splendidi palazzi con fanciulle che le assistono, con ricchi gioielli[2] e sono invaghite dei loro mariti come cammelle in calore.[3] I contratti matrimoniali non saranno necessari con le huriyah[4] e rimarranno vergini per sempre. Inoltre, ogni credente ne avrà un grande numero a sua disposizione[5] ed avranno una forza sessuale prodigiosa[6] per avere rapporti sessuali con un centinaio di vergini al giorno.[^7] Per contrasto, la descrizione negli Zabur e nell'Ingīl descrive il paradiso principalmente come il luogo dove si godrà della presenza di Dio senza nessuna allussione alle ricompense sessuali.