Il profeta senza peccato
Un’idea sbagliata che molti condividono è che i profeti mandati da Dio erano tutti senza peccato. Quest’idea contraddice sia la ragione comune sia la Parola di Dio. Contraddice la ragione comune perché i anche profeti erano discendenti di Adamo così come gli altri uomini, avendo in comune la sua natura peccatrice ed egoista. E contraddice la Parola di Dio perché la Parola di Dio afferma chiaramente che tutti gli uomini hanno peccato. La Parola di Dio è molto chiara quando descrive la vita de profeti. Parla delle loro cadute e dei loro atti di disubbidienza. Non erano semplici errori ma peccati, trasgressioni alla legge divina. La cosa straordinaria che riguarda i profeti è che dopo aver disubbidito si sono ravveduti davanti a Dio ed hanno ricevuto il Suo perdono.
In molti casi, il Qur’ān non dà grandi dettagli sui peccati dei profeti, ma semplicemente riporta il loro ritorno a Dio attraverso il ravvedimento. Per un quadro più completo sulla loro disubbidienza e sul perché si sono dovuti ravvedere, bisogna andare nei libri scritti anteriormente. Di seguito vi sono riportati alcuni dei passaggi del Qur’ān riferiti a questo tema. Rappresentano con chiarezza i profeti come peccatori bisognosi del perdono di Dio:
Hazrat Ibrahim:
_“Ed è a lui [Allah] che bramo il perdono [Profeta Abrahamo] per i miei peccati (_خَطِيئَتِي ي khatiy’atii) nel Giorno del Giudizio.” – Qur’ān , Sura Shuˁara’ (I Poeti) 26:82
Hazrat Musa:
_“Avvenne che, entrando in città in un momento di disattenzione dei suoi abitanti, trovò due uomini che si battevano, uno era dei suoi e l’altro uno degli avversari. Quello che era dei suoi gli chiese aiuto contro l’altro dell’avversa fazione: Mosè lo colpì con un pungo e lo uccise. Disse [Mosè]: “Questa è certamente opera di Satana. È davvero un nemico, uno che svia gli uomini.” Disse: “Signore, ho fatto torto a me stesso, perdonami (_إِنِّي ظَلَمْتُ نَفْسِي ).” – Qur’ān , Sura Qasas (La Storia) 28:15-16.
Hazrat Dawud:
_“Questi è mio fratello, possiede novantanove pecore, mentre io non ne possiedo che una sola. Mi ha detto: “Affidamela” ed ebbe la meglio nella discussione. [Davide] Disse: “Certamente ha mancato nei tuoi confronti, chiedendoti la tua pecora in aggiunta alle sue. In verità molti associati [in un affare] si fanno torto a vicenda, eccetto coloro che credono e compiono il bene, ma essi sono ben pochi!” Davide capì che lo avevamo messo alla prova, implorò il perdono (_فَاسْتَغْفَرَ رَبَّهُ faistaghfara rabbahu), cadde in prosternazione e si pentì.” – Qur’ān, Sura Saad 38:23-24.
Gli interpeti coranici come Ibn Abbas, Tafsir Jalalayn e Tabari spiegano che questo verso sta parlando di come a Davide sia stata raccontata una storia per convincerlo del fatto di avere male agito prendendo la moglie di Uriah e facendolo uccidere (vedi qui).
Hazrat Yunus:
_“In verità Giona era uno degli inviati. Fuggì sulla nave stipata. Quando tirarono a sorte, fu colu che doveva essere gettato [in mare]. Lo inghiottì una balena, per essere stato riprovevole (_مُلِيمٌ mulīmun). Se non fosse stato uno di coloro che Lo glorificano, sarebbe rimasto nel suo ventre fino al Giorno della Resurrezione. Lo gettammo sofferente sulla nuda riva e facemmo crescere su di lui una pianta di zucca. Lo inviammo a centomila [uomini], o ancor di più. Credettero e concedemmo loro temporaneo godimento.” – Qur’ān , Sura Saffat (I Ranghi) 37:139-148.
Hazrat Muhammad (pace su di lui):
“Sii paziente [o Maometto], ché la promessa di Alllah è verità. Chiedi perdono per il tuo peccato (وَاسْتَغْفِرْ لِذَنبِكَ waistaghfir lithanbika) e glorifica e loda il tuo Signore alla sera e al mattino.” – Qur’ān , Sura Mu’min (Il Credente) 40:55.
“Sappi [o Maometto] che in verità non c’è dio all’infuori di Allah e implora perdono per la tua colpa e per i credenti e per le credenti. Allah ben conosce il vostro affanno e il vostro rifugio.” Qur’ān , Sura Muhammad (Maometto) 47:19
_“In verità ti abbiamo concesso una vittoria evidente [o Maometto], affinché Allah perdoni i tuoi peccati passati e futuri_مِن ذَنبِكَ وَمَا تَأَخَّرَ ma taqaddama min dhanbika wama taakhkhara), perfezioni su di te il Suo favore e ti guidi sulla retta via.” Qur’ān , Sura Fath (La Vittoria) 48:1-2.
Errori o peccati?
Alcuni cercano di storcere il puro significato dicendo che non si trattava di peccati ma di semplici non curanze o debolezze personali.
Quale parola araba è utilizzata? La parola araba usata in molti di questi versi sui profeti è ذنب (dhanb), che si traduce come “peccato, crimine, colpa”. Dhanb è una parola forte che non indica dei meri sbagli o errori. Riguardo Abrahamo, la parola خَطِيئَت (Khatiy’at) è usata come “peccato, trasgressione, colpa”. Inoltre, non avrebbe senso “chiedere perdono” o “ravvedersi” per qualcosa che non sia peccato.
Secondariamente, quali sono queste azioni? Le azioni stesse di cui il Qur’an sta parlando non sono semplici debolezze o mancanze, sono indubbiamaente dei peccati: assassinio nel caso di Mosè, adulterio e omicidio nel caso di Davide. Non sono semplici e personali debolezze, ma piuttosto trasgressioni della Legge Divina.
L’unico profeta senza peccato
Hazrat ‘Isā Masih:
“Dalla culla parlerà [ˁIsā] alle genti e nella sua età sarà tra i giusti.” (Al-‘Imran 3:46)
“Rispose: “Io [lo Spirito di Dio] non sono altro che un messaggero del tuo Signore, per darti un figlio puro.” (Maryam 19:19)
Hadith
La testimonianza è confermata dall’Hadith:
Abu Huraira disse: “Ho sentito l’Apostolo di Dio dire: «Non c’è nessun nato tra i discendenti di Adamo che non sia stato toccato da Satana. Un bambino, quindi, piange rumorosamente al momento della nascita per il tocco di Satana, eccetto Maria e suo figlio.[1]
Ingil
L'Ingil è abbastanza chiaro sull’assenza di peccato in Gesù. Nella lettera agli Ebrei leggiamo che Gesù
“è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato.” (Ebrei 4:15)
Anche il discepolo Pietro, che ha ben conosciuto Gesù, ha dichiarato che Gesù:
“non commise alcun peccato, e non fu trovato alcun inganno nella sua bocca.” (1 Pietro 2:22)
E nella prima lettera di Giovanni leggiamo che:
“in lui non vi è peccato.” (1 Giovanni 3:5)
E Paolo ci conferma che Gesù “non ha peccato” (2 Corinzi 5:21). Anche Gesù ha chiesto a quelli attorno a lui:
“Chi di voi mi convince di peccato?” (Giovanni 8:46)
Sahih Al-Bukhari, Volume 4, Libro 55, N. 641, vedi anche 4:54:506. ↩︎