Parola di Dio o parola di uomini?
“Il Qur’ān è tutta Parola di Dio, ma la Bibbia è un miscuglio di Parola di Dio, delle parole soggettive dei profeti, e delle parole dello storico o del narratore.”
Questa obiezione è fondata su una comprensione assolutamente errata di ciò che è la “Parola di Dio” (ﷲ كلمة). La critica si immagina che la Parola di Dio non possa essere altro se non quello che Dio ha scritto in prima persona all’umanità, come la testimonianza scritta di un discorso proferito da Dio. Questa idea erronea squalificherebbe in realtà anche il Qur’ān dall’essere la Parola di Dio, poiché secondo questo criterio similmente il Qur’ān contiene la Parola di Dio, la parola di uomini ed anche le parole di Jibrail. Nella maggior parte del Qur’ān si tratta di Dio che si rivolge all’umanità, in prima persona. Per contro, la Sura Fatihah è una preghiera detta da un uomo a Dio. (1) Similmente, la Sura Maryam contiene un’affermazione di Gabriele: “Noi scendiamo solo per ordine del tuo Signore” (19:64). Secondo i commentatori musulmani, sono presenti parole dell’angelo Gabriele, lunghi intervalli che trascorrono tra i periodi della rivelazione, in risposta alla protesta di Maometto.
Dunque, questa errata definizione di “Parola di Dio” chiaramente non quadra. “La Parola di Dio” più precisamente significa “il Messaggio di Dio”, il suo completo messaggio per l’umanità che rivela “tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà” (2). La Volontà di Dio è stata rivelata lungo gli eventi della storia e da vari profeti, e Dio ha divinamente ispirato alcuni uomini per narrare questa storia proprio come Lui ha voluto così da descrivere vividmente la sua verità e la sua volontà. E in effetti, questo è uno dei più belli indizi della perfezione della Parola di Dio che contiene in essa tutto quello che ci è necessario per una vita di fede. Non c’è bisogno di preoccuparsi di quale hadith sia affidabile oppure no per decidere cosa vuole Dio; la Parola di Dio contiene in sé stessa tutto quello che ci serve per sapere. È esauriente e completa, il pieno Consiglio di Dio per l’uomo.
Un altro motivo è questo, che il Santo Ingil contiene gli scritti degli apostoli. Nel caso della maggior parte dei profeti, come Isaia e Geremia, Dio ha affidato loro un messaggio specifico in quanto “Parola di Dio”, e quindi la scrittura dei profeti era la specifica “Parola di Dio”. In ogni caso, Gesù era diverso da tutti i profeti per il fatto che era lui stesso la “Parola di Dio”, il messaggio vivente inviato da Dio. Per questo, anche i suoi scritti sono differenti: sono testimonianze divinamente ispirate delle gesta e delle parole della “Parola di Dio”, riportata sotto ispirazione dello Spirito Santo dai discepoli di Gesù.
- Forse questo è il motive per cui Ubayy ibn Ka’b (che Sahih Bukhari definisce uno dei migliori recitatori coranici) non ha incluso Fatihah nella sua copia del Qur’ān. Così come per la Surah Al-Hijr, Fatihah è categoricamente messa in un elenco separato dal “Qur’ān”: “Ti abbiamo dato i sette ripetuti e il sublime Corano.” (15:87).
- Santo Ingil, 2 Pietro 1:3.
Lascia un commento