Il Qur’an “preserva” le Scritture antecedenti?
“Il Qur’ān è disceso a motivo della corruzione delle Scritture antecedenti”
I fondamentalisti come Zakir Naik hanno diffuso l’idea non coranica che il Qur’ān sia stato rivelato perché le scritture antecedenti erano state cambiate. Questa nozione non si trova da nessuna parte nel Qur’ān. Il Qur’ān effettivamente dice l’opposto, cioè che il Qur’ān era stato dato per confermare ( saddaqa) le scritture antecedenti:
“Prima di esso c’era la Scrittura di Mosè, guida e misericordia. Questo Libro ne è la conferma , in lingua araba, per ammonire gli ingiusti ed essere lieta novella per coloro che fanno il bene.” (Al-Ahqaf 46:12)
Il Qur’ān era stato rivelato in “chiaro arabo” affinché gli arabi potessero aver parte alla conoscenza divina fino a quel momento a loro sconosciuta. Secondo il dizionario Merriam-Webster, confermare significa “dare l’approvazione a” oppure “dare una nuova certezza di validità”.
Coloro che insegnano che il Qur’ān sostituisce le scritture antecedenti usano il verso seguente:
“Abbiamo fatto scendere il Libro con la Verità a conferma di quello che c’è fra le sue mani, la Scrittura [precedente], e che sorveglia su di essa. (5:48)
Secondo questo verso il Qur’ān è un “sorvegliante” (muhayim) nel quale si preserva il contenuto corretto ed originale delle scritture che sono state corrotte. Ora, questa interpretazione contraddice palesemente il “conferma” della stessa frase; quindi dobbiamo interpretare “sorvegliare” nella stessa accezione positiva di “confermare”. Secondo l’eminente traduttore musulmano Yusuf Ali, muhayim in questa verso “significa qualcosa che salvaguarda, che sorveglia, che si fa testimone, che preserva, che legittima”.
Il Qur’ān usa la stessa parola “confermare” (saddaqa) sulla posizione di Gesù nei riguardi della Torah (5:46). Gesù non ha insegnato che da quel momento la Torah avrebbe dovuto essere ignorata o che fosse testualmente corrotta; ha insegnato che era inalterabile, la sacra Scrittura che avrebbe dovuto essere letta e capita. Questo è esattamente quello che dice il Qur’ān riguardo alle scritture antecedenti.
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