La teoria del disastroso fallimento di Gesù e dell’Ingil
Di recente alcuni predicatori televisivi come Zakir Naik e più tardi Ahmed Deedat hanno diffuso l’idea che l’Ingīl è stato totalmente cambiato e che Gesù non è mai morto sulla croce. Facendo questo, contraddicono il Qur’ān, i commentatori coranici, la storia, e la ragione, come mostra questo sito web. Il problema maggiore di questa posizione è che dipinge Gesù come un fallito, i suoi primi discepoli come incredibilmente disonesti e, per finire, dipinge Dio come un Dio debole, incapace di custodire il suo messaggio di base, come vedremo sotto.
Un disastroso fallimento?
Tutti i musulmani e i cristiani sono concordi sul fatto che Gesù è stato uno dei più grandi profeti e una delle più grandi figure della storia umana. Eppure, secondo questi predicatori che affermano di credere in Gesù, la vita e il ministero di Gesù sono stati un completo fallimento su tutti i fronti. La loro visione di Gesù può essere chiamata “teoria del disastroso fallimento” di Gesù. Altri profeti minori come Davide, Isaia, Giona e Giacobbe ce l’hanno fatta, ma Gesù è stato un fallimento. Secondo il loro punto di vista anche i primi dodici discepoli di Gesù (ai quali ha dedicato tre anni interi di insegnamento) hanno deliberatamente fatto di quello che sapevano essere una menzogna il fondamento della loro fede; cioè affermare che Gesù fosse il Salvatore stabilito da Dio per l’umanità, crocifisso secondo il Piano di Dio per portare i nostri peccati e per dare la salvezza ai suoi seguaci. Secondo questa “teoria del disastroso fallimento”, alcuni di questi dodici discepoli che stanno alla base (come Matteo, Giovanni, Pietro e Giacomo) hanno anche volontariamente nascosto l’originale Ingīl di Gesù e lo hanno rimpiazzato con le loro scritture contraffate. Il Qur’ān chiama con rispetto questi primi discepoli di Gesù “pii musulmani”, e la storia conferma che la maggior parte tra loro sono stati perseguitati, poveri e, alla fine, martirizzati. Martirizzati per quella che sapevano essere una menzogna? Sono stati scherniti dai politeisti attorno a loro per la loro audace speranza nei cieli. Possiamo credere davvero che siano deliberatamente rimasti fermi su un’opinione falsa di come andare in paradiso mentre sprecavano la loro vita sulla terra per ciò in cui credevano? Dove prendono queste ridicole idee i critici come Naik e Deedat?
La domanda è: che genere di comportamento ha instillato Gesù in questi discepoli per fare un gesto così malvagio e vergognoso? Se Naik e Deedat hanno ragione, Gesù deve essere stato un maestro e un leader dalla morale alquanto debole. Mentre gli insegnamenti basilari di Aristotele, Virgilio e Confucio sono stati più o meno seguiti fedelmente dai loro ammiratori nel corso dei secoli, Gesù a quanto pare ha pateticamente fallito nell’inculcare ai suoi discepoli una morale. È credibile? Il Dio dipinto da Naik e Deedat non è sicuramente un Dio potente, ma un Dio debole, di fiaschi e di maldestri insuccessi. Crediamo in un Dio che preserva le sue scritture (come lo stesso Qur’ān attesta, “nessuno può cambiare la Sua Parola”) e in un Dio che permette ai suoi profeti di stabilire una solida eredità fondata sulla verità. Non fa errori nel suo Piano di rivelazione nel corso della storia.
Naik e Deedat negano la crocifissione di Gesù usando la “teoria dello svenimento” che è stata praticamente inventata soltanto 200 anni fa dagli atei occidentali e che è stata portata nell’Islam recentemente dai qadianiti. Vogliono far credere che si tratti dell’ “opinione dell’Islam”, ma le prime autorità come Tabari e Razi hanno sostenuto un’opinione diversa, ammettendo la possibilità che Gesù sia morto. Questa teoria dello svenimento non è considerata da nessuno studioso serio ed è stata confutata parecchio tempo fa. Naik fa credere che l’Ingīl non abbia mai detto che Gesù è morto, sebbene lo faccia tante volte. Il Qu’ran può facilmente essere conciliato con la descrizione nell’Injīl che Gesù è intenzionalmente morto sulla croce e che è risorto.
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