Datare il Corano e la Bibbia
“Le scritture cristiane sono state completate centinaia di anni dopo Gesù, a differenza del Qur’ān che è stato scritto al tempo di Maometto”
In realtà, la trasmissione della Bibbia e del Qur’ān è accomunata da vicende alquanto simili, come vedremo. Nessuno dei due è semplicemente sceso dal cielo in forma di libro come sembra che alcuni credano, ma entrambe le scritture hanno un processo storico che va da una fase orale attraverso i documenti scritti originali oggi perduti, passando per dei frammenti di testimonianze manoscritte, fino alle attuali collezioni degli scritti completati un centinaio di anni dopo che la rivelazione fosse conclusa.
1. La fase orale
Alla sua morte Maometto (psdl) non ha lasciato ai suoi discepoli un Qur’ān scritto, sebbene molti dei suoi discepoli abbiano memorizzato delle surat che lui stesso gli ha dato. Abbiamo delle prove di come alcune surat siano state scritte su delle ossa e delle foglie durante a vita di Maometto. Gesù non è venuto a consegnarci una “Parola di Dio” scritta, poiché lui stesso era l’unica “Parola” di Dio, quindi le scritture di Gesù sono innanzitutto delle testimonianze di questa “Parola”, e non il contrario. I tre anni precedenti alla sua morte Gesù si è dedicato ad insegnare ai discepoli il messaggio del Vangelo, affinché potesse testimoniare di lui. Questo messaggio del Vangelo era la fase orale del Nuovo Testamento.
2. I documenti scritti oggi perduti
La prima collezione scritta dei Qur’ān risale al regno Abu Bakr. Durante la battaglia di Yamama, 450 recitatori sono stati uccisi e Abu Bakr temeva che gran parte del Qur’ān sarebbe andato perduto, così ha cominciato a raccoglierlo da foglie, pietre e persone che lo avevano memorizzato. Ecco la descrizione in Bukhari:
Narrato da Zaid bin Thabit: «Abu Bakr As-Siddiq mi mandò quando la gente di Yamama fu uccisa [cioè, un numero di compagni del Profeta che combatterono contro Musailama]. [Andai verso di lui] e trovai ‘Umar bin Al-Khattab seduto con lui. Abu Bakr mi disse quindi: “’Umar è arrivato da me e ha detto: “Vi erano perdite pesanti tra i Qurra’ del Qur’ān [coloro che conoscevano il Qur’ān a memoria, i recitatori] nel giorno della battaglia di Yamama, e temo che vi saranno più vittime tra i Qurra’ in altri campi di battaglia, per cui una gran parte del Qur’ān potrebbe andare perduto. Pertanto, suggerisco che tu [Abu Bakr] ordini che il Qur’ān sia raccolto.” Dissi a ‘Umar: “Come puoi fare qualcosa che l’Apostolo di Allah non ha fatto?” ‘Umar rispose: “Per Allah, è un buon progetto.” ‘Umar continuò ad esortarmi ad accettare la sua proposta finché Allah aprì il mio petto [cuore] per questo [proposito] e cominciai a realizzare il buono che vi era nell’idea che ‘Umar aveva escogitato. Dopodiché Abu Bakr [mi] disse: “Sei un saggio giovane e non nutriamo alcun sospetto nei tuoi riguardi, e sei solito scrivere la Divina Ispirazione per l’Apostolo di Allah. Dovresti dunque cercare [dei frammenti scritti del] il Qur’ān e raccoglierlo in un libro.” Per Allah, se mi avessero ordinato di spostare una di queste montagne, non sarebbe stato tanto arduo per me quanto quest’ordine che mi è stato dato di raccogliere il Qur’ān.” Quindi dissi ad Abu Bakr: “Come farai qualcosa che l’Apostolo di Allah non ha fatto?” Abu Bakr rispose: “Per Allah, è un buon progetto.” Abu Bakr continuò ad esortarmi ad accettare la sua proposta finché Allah aprì il mio petto come li aprì ad Abu Bakr e ‘Umar. Così cominciai a cercare il Qur’ān e raccoglierlo da [quello che era stato scritto su] steli di palme, sottili ossa bianche ed anche dagli uomini che lo conoscevano a memoria, finché ho trovato l’ultimo verso della Surat At-Tauba [Il Ravvedimento] con Abi Khuzaima Al-Ansari, e non l’ho trovato con nessuno che fosse con lui.” (1)
Questa non era una copia ufficiale poiché è stata conservata in case private e finita sotto il letto della figlia di ‘Umar, Hafsah, anziché in una collezione di tesori (Baithulmal). Alcuni studiosi contemporanei hanno messo in dubbio la storicità di questa raccolta (2). Circa vent’anni più tardi, Uthmān ha partorito la prima collezione a motivo delle differenze del testo. Ha nominato Zaid Bin Thabith ed altri tre meccani per questo incarico.
‘Uthmān mandò ad ogni provincia musulmana una copia di quello che avevano copiato, ordinando che tutti gli altri materiali coranici, sia scritti in manoscritti frammentari o in copie intere, fossero bruciati. Said bin Thabit aggiunse: “Un verso dalla Surat Ahzab è stato da me perduto quando abbiamo copiato il Qur’ān ed ero solito sentire il Profeta di Allah recitarlo. Quindi l’abbiamo cercato e l’abbiamo trovato con Khuzaima bin Thabit Al-Ansari. (3)
Questa versione ufficiale era contestata da alcuni dei migliori recitatori coranici come Ibn Masood e Ubayy (4). Le copie della versione ufficiale di Uthmān sono andate tutte perdute. La leggenda popolare vuole che sia il manoscritto di Topkapi sia quello di Samarcanda in Uzbekistan siano gli originali di Uthmān, ma gli studiosi dissentono sulla base della datazione al radiocarbonio e di quelle paleografica e calligrafica, poiché lo stile cufico usato data a dopo la recensione di Uthmān. Un sito islamico riassume come segue:
È questo il Qur’ān [di Topkapi] che è appartenuto al terzo califfo Uthmān? La risposta è no. Esistono un gran numero di altri Corani (due di questi quelli di San Pietroburgo e di Samarcanda) che sono stati in alcuni momenti riportati alla luce in diverse parti del mondo islamico, e quasi tutti pretendono di esibire le tracce del sangue del terzo califfo Uthmān su alcune pagine e che quindi si tratta del Qur’ān uthmanico, l’imam che stava leggendo al momento della sua morte.
Inoltre, il manoscritto mostra chiaramente che i caratteri, le miniature e la segnatura delle vocali sono dell’epoca della dinastia omayyade (per es., tardo I secolo-inizio II secolo della hijra). Per di più, questo manoscritto è stato brevemente trattato da Ṣalāḥ al-Dīn al-Munajjid che non l’ha considerato essere del tempo del califfo Uthmān. (5)
I manoscritti di Samarcanda e Topkapi sono copie antiche, ma non quelle di Uthmān.
Gli originali del Nuovo Testamento sono stati scritti dagli apostoli e dai loro diretti compagni tra il 51 e il 96 d.C., 20 anni dopo l’ascensione di Gesù in cielo. Queste lettere originali insieme ai vangeli sono stati rapidamente copiati e condivisi attraverso le chiese del Mediterraneo. Come per i primi manoscritti coranici di Abu Bakr e Uthmān, queste copie originali sono state perdute.
3. L’evidenza dei frammenti manoscritti
I frammenti manoscritti di Sana’a, trovati in Yemen nel 1973, rappresentano la versione del Qur’ān più antica esistente. L’Autorità per le Antichità yemenita ha affidato la supervisione del restauro al paleografo specialista di calligrafia araba e coranica Gerd R. Puin della Saarland University di Saarbrücken, Germania. Puin ha dettagliatamente esaminato i frammenti di pergamena trovati in questa collezione. I testi hanno rivelato alcune disposizioni dei versi non convenzionale e delle varianti testuali minori. Nel 1999, l’Athlantic Monthly ha pubblicato la scoperta di Puin:
“Alcune delle pagine della raccolta dello Yemen sembrano datare al Settimo e all’Ottavo secolo d.C., o ai primi due secoli dell’Islam. Sono i frammenti, in altre parole, probabilmente più antichi trai Corani esistenti. Per di più, alcuni di questi frammenti hanno rivelato piccole ma intriganti anomalie rispetto al testo coranico standard. Tali anomalie, sebbene non sorprendano gli storici del testo, contrastano in modo preoccupante con la credenza ortodossa musulmana che il Corano che ci è arrivato oggi sia semplicemente la perfetta, eterna ed immutabile Parola di Dio.” (6)
Il più antico frammento del Nuovo Testamento è una parte di Giovanni 18 conosciuto come “p52”, datato al 135 d.C., o circa 40 anni dopo il manoscritto originale di Giovanni. Dal 200 d.C. abbiamo copie in papiro di Luca, Giovanni e dieci epistole paoline.
4. Manoscritti integrali
La più antica raccolta del testo del Qur’ān risale al 150 AH circa (767-768 d.C,) ed è conservata al British Museum di Londra. La più antica raccolta dei libri del Nuovo Testamento risale al 200 d.C., ma il testo più antico apparso individualemte contenente l’intero Nuovo Testamento è il Codex Sinaiticus, risalente alla fine del 300, attualmente esposto al British Musuem. A questo punto, sia il Qur’ān che il Nuovo Testamento hanno una ricca evidenza manoscritta.
Queste quattro fasi possono essere riassunte nella seguente sequenza temporale:
1. Sahih Al-Bukhari, Vol. 6, Bk. 61, No. 509.
2. Adams, C.J., The Text and its History, Encyclopedia of Religion, Mircea Eliade (Ed.) [New York: Macmillan, 1987], pp.157-76.
3. Sahih Al-Bukhari, Vol. 6, Bk. 61. No. 510.
4. Vedi Gli errori dei copisti
5. The “Qur’ān Of Uthmān” At The Topkapi Museum, Retrieved on June 16, 2009.
6. Lester, Toby (January 1999). “What Is The Koran”. The Atlantic Monthly.
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